Avvento 2021 in canonica

Il nuovo vice parroco Padre Michele incuriosito dal vociare di una presenza ‘’Gioventù di Casa’’
ha desiderato scoprire cosa fosse e incontrare questa realtà presente da diversi anni nella nostra
comunità. Ha così scoperto che Gioventù di Casa aveva dei volti: Anna, Sara, Camilla.
Durante il piacevole incontro ci ha fatto diverse domande… Che cos’è gioventù di casa?
È un progetto che nasce qualche anno fa quando Don Flavio è andato via da Santa Margherita.
Gioventù di Casa è frutto dell’idea di Paolo e Andrea insieme a Don Flavio con l’intento di non
lasciare vuota la canonica. Per due anni sono stati “custodi” di questo spazio e la loro presenza ha
contribuito a renderlo vivo.

Cosa vi ha spinto a vivere questa esperienza?
Sicuramente ci ha spinto l’esempio dell’esperienza precedente. Diciamo che dopo essere stati per
tanto tempo “spettatori” abbiamo sentito che poteva essere il nostro momento per fare la nostra
parte, in questo spazio, in cui siamo cresciute.


Come organizzate la vostra vita quotidiana?
Ovviamente ognuna di noi porta avanti l’università e i propri interessi, ma la scelta di condividere
i pasti ci permette di raccontarci ed entrare l’una nella vita delle altre. Ci siamo rese conto che dal
vivere insieme vengono in mente infinite proposte che si vorrebbe continuare a vivere insieme, e
non solo tra di noi, solo alcune delle quali diventano realtà. Ad esempio, essendo tutte e tre
studentesse ci ritroviamo spesso a studiare insieme, proprio da questo è nata l’idea di fare un’aula
studio lo scorso maggio. Ci siamo ritrovate ad ascoltare le prediche di Don Flavio in cappella la
domenica sera, la passione per la natura di Camilla ci ha spronate a realizzare l’orto, l’entusiasmo
di Sara ci ha permesso di vivere al meglio le settimane dell’oratorio estivo e la voglia di Anna di
far vivere la casa al maggior numero di persone possibili, ha fatto sì che organizzassimo molte
cene e ospitassimo ragazzi scout e non.


Ho notato che accogliete diversa gente in diverse occasioni, come gestite la condivisione di
questo vostro spazio riservato?

Ci piace che le persone possano conoscere la nostra casa e per
questo siamo sempre felici di ospitare e invitare. Dobbiamo ammettere che il fatto che il
campanello possa suonare da un momento all’altro a volte ci mette in difficoltà perché sai sempre
quando iniziare una cosa ma mai quando la finisci! Per quanto, riguarda la privacy il fatto di
avere ognuna la sua stanza ci permette di prenderci dei momenti solo per noi.
Come in ogni comunità possono sorgere delle criticità, date dalle esigenze personali, dal
carattere proprio o dalla semplice gestione comune di una casa, come le gestite? Le criticità
cerchiamo di risolverle sempre con il dialogo venendoci incontro l’una con l’altra, ma capirsi non
è sempre semplice ed immediato.


Qual è la cosa più bella che avete vissuto e quale quella meno bella?
I momenti più belli sono state le cene dei giovedì in cascina dove la condivisione del pasto da noi
tre si è allargata a tanti altri con musica e risate.
Il momento più difficile, invece, è stato quando finita la zona rossa, ci siamo ritrovate a
riprendere tutti gli impegni prima sospesi e quindi ci è voluto del tempo per riuscire a ritrovare un
equilibrio per noi tre e far combaciare di nuovo le nostre vite.


Perché proporre di vivere questa esperienza ad altri ragazzi?
Per mille motivi! Perché qui non si è mai soli, la casa è un punto di incontro in cui sono molte le
occasioni per conoscere persone e rafforzare i legami. Perché si vive la comunità dall’interno
conoscendola meglio e mettendosi in gioco per e con essa. Perché si cresce!
Grazie comunità!