La Famiglia
“C’è una stella su nel ciel…”
I domenica di Natale
Durante la Vigilia di Natale abbiamo concluso il nostro cammino con Pinocchio ed è stata per me una grande opportunità per rileggere, studiare e apprezzare di più questa bellissima opera della letteratura italiana. Questo capolavoro di Collodi è un vero classico che abbraccia tutta la cultura. Sono cresciuto con il film di Disney. La versione di Disney era troppo magica e fantasmagorica e non sapevo che la versione originale è così ricca dei simboli e degli episodi più vicini alla realtà e più attuale.
Vedo nella versione originale di Collodi il carattere dell’umanesimo italiano, la contrapposizione del sacro e del profano, dello spirito ribelle laico e dell’anima liberante religiosa: Geppetto (Giuseppe-falegname), Grillo parlante (voce di coscienza), la Fata Turchina (Maria-Chiesa), la Volpe e il gatto (figure del male)…
E mentre stavo guardando i miei appunti e scritti, ho notato un aspetto particolare in questa storia. Pinocchio non ha mai avuto un’opportunità di avere una famiglia completa… Nelle sue avventure, vediamo una continua ricerca dei punti di riferimento: (1) Prima, c’era la figura del suo vecchio “babbo”– il vecchio falegname Geppetto che con tanta pazienza cercava di formare questo burattino monello e viziato ma non riusciva e Pinocchio fuggì da casa di Geppeto e qui si vede che mancava la figura femminile, (2) E poi ha trovato, Mangiafuoco e gli altri Burattini, insomma ha visto delle persone dove lui si può identificarsi ma anche questa esperienza non è andata tanto bene, (3) e poi, il Gatto e la Volpe (sembrano amici ) ma sono cattivi, imbroglioni, ingannatori , rappresentano la compagnia sbagliata, (4) c’era la Fata Turchina e qui ha trovato la figura materna ma gli manca il suo babbo, la figura paterna e cercava di tornare a casa…
La storia evolve su questa “ricerca” di tornare a casa, di trovare un punto di riferimento, di trovare veri amici, stabilire relazioni autentiche… Con la situazione delle tantissime famiglie di oggi, con dei genitori separati, e tante volte, a causa del lavoro, sono costretti a stare solo con i nonni, vediamo molti ragazzi e ragazze che hanno la stessa confusione, la stessa tristezza, lo stesso desiderio di Pinocchio cioè di “diventare un bambino normale”, un bambino come tutti gli altri” che hanno la casa e hanno la famiglia.
Certo che ogni famiglia ha la sua storia, ha il suo travaglio e difficoltà, ma è sempre un obbligo e responsabilità dei genitori creare un ambiente di sana formazione per i figli, una formazione integra: umana, morale e religiosa. La Fata Turchina e il grillo parlante ci hanno dato un’ammonizione importante: “i burattini non crescono mai. Nascono burattini, vivono burattini e muoiono burattini.”
Credo che il desiderio di ogni genitore sia la piena crescita dei figli, che i loro figli diventino “bravi e buoni” e che possano raggiungere il loro sogno nella vita. La Festa di oggi ci aiuta a riscoprire un valore essenziale della nostra vita e della nostra fede cristiana: LA FAMIGLIA.
La Santa famiglia di Nazaret è per noi, il modello ideale di ogni chiesa domestica. Maria e Giuseppe sono i primi sulla terra a curare gli interessi di Gesù anzi la loro vita è stata dedicata a questo compito e missione. Il Figlio di Dio è nato in una famiglia con questi due genitori giovani uniti dall’amore. E qui nel vangelo di oggi, vediamo come Giuseppe e Maria cercano di dare anche una formazione completa per Gesù: l’hanno portato nel tempio secondo la legge. Sono osservanti e praticanti. La fede è un aspetto importante per la formazione umana!
Forse, tanti genitori non sono osservanti e praticanti, non sono più credenti ma questo fatto non deve impedire i figli ad avere una formazione religiosa e loro non devono privare i figli ad avere l’acceso a questa grazia. E’ un peccato grave quando gli stessi genitori corrompono la coscienza dei figli. Quando non li insegnano e non li formano secondo la sana dottrina e religiosa.
La vocazione nasce in famiglia, i valori si apprendono in famiglia tra le mura domestiche… Senza la famiglia, la società crolla, la chiesa crolla, la famiglia è l’ultima salvaguardia della chiesa e della nostra società.
“La Famiglia” Giorgio Gaber
E si nasce in famiglia
voluti o non voluti
nel migliore dei casi
da genitori innamorati
E si forma un gruppo chiuso
dove siamo più protetti
col possesso un po’ geloso
degli amori e degli affetti
All’inizio tutti emozionati
sopraffatti dalla meraviglia
ci si abitua poco a poco
a vivere in famiglia.
E si cresce in famiglia
tra i baci e le carezze
che ti cullano il sonno
e le prime tue certezze.
Nella quiete di una vita
racchiusa in poche stanze
si definiscono pian piano
le prime fragili alleanze….
E si soffre in famiglia
col tempo aumentano i veleni
le normali frustrazioni
e anche gli inganni più meschini
Si impazzisce in famiglia
fingendo di essere felici
si sprofonda e si affoga
tra gli egoismi più feroci
Per sfuggire a una realtà grottesca
metti in tasca una fotografia
e sei pronto a abbandonare tutto
e andare via
La famiglia tanto amata
è una morbida coperta
che ti lascia una ferita
che rimane sempre aperta
Ma all’improvviso gli occhi di una donna
e ritrovi quella meraviglia
che ti invoglia giustamente
a farti una famiglia.