Mostraci la Via

“C’è una stella su nel ciel…”

III domenica di Avvento : “Intanto, mentre camminava, vide sul tronco di un albero un piccolo animaletto, che riluceva di una luce pallida e opaca, come un lumino da notte dentro una lampada di porcellana trasparente.”

In questa terza domenica di Avvento, la liturgia mette in luce la figura dei profeti. In modo particolare, l’ultimo profeta prima della nascita del Messia: Giovanni Battista.  L’altra domenica abbiamo capito perché Dio aveva mandato i profeti e il suo Figlio… Perché? Per mostrarci la Via verso la casa del Padre… L’uomo era fuggito dalla casa del Padre, si era allontanato dal suo Creatore. Ma Dio non vuole lasciare da solo le sue creature.. Dio vuole che tutti noi torniamo alla sua casa, torniamo in Paradiso. E quindi per poter tornare alla casa del Padre, Dio mandò i suoi profeti e il Suo Figlio.

Nell’Antico Testamento, i profeti avevano un ruolo molto importante per la fede e per la società in generale. I profeti sono (1) i messaggeri, portavoce di Dio,  Dio di solito parla con il suo popolo tramite i profeti; (2) i profeti sono anche  voce di coscienza e di verità:   ammoniscono i re/pastori quando sbagliano, quando si allontanano dalla Legge, dalla via del Signore.  Per esempio il profeta Natan.. Dio aveva mandato Natan al Re Davide  e lui aveva mostrato a Davide la via della conversione e del pentimento.

Nel vangelo di oggi, abbiamo Giovanni il Battista che ci indica la Via e che ci fa capire chi è il Cristo… Lui ha detto chiaramente: “ Io non sono il Cristo… Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la Via del Signore, come disse il profeta Isaia!” Quindi tramite la sua testimonianza, abbiamo riconosciuto chi è il Cristo, abbiamo capito chi è la Via, la Verità e la Vita: è Gesù! Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio.

In questa storia che stiamo seguendo ogni domenica, Le avventure di Pinocchio, abbiamo anche un personaggio un po’ simile al ruolo del profeta. C’è un animaletto in questa storia che faceva la voce di coscienza di Pinocchio, che lo ammoniva quando Pinocchio faceva dei capricci  e  che lo dava anche dei buoni consigli… (Chi è?) Ecco, abbiamo il Grillo-parlante.

Nel capitolo 4, incontriamo per la prima volta il Grillo parlante che cerca di far capire a Pinocchio l’importanza di andare a scuola e obbedire il suo Babbo. Ma Pinocchio non vuole andare a scuola e non vuole ascoltare il Grillo

Ma il Grillo, che era paziente e filosofo, invece di aversi a male di questa impertinenza, continuò con lo stesso tono di voce:

— E se non ti garba di andare a scuola, perché non impari almeno un mestiere tanto da guadagnarti onestamente un pezzo di pane?

Vuoi che te lo dica? — replicò Pinocchio, che cominciava a perdere la pazienza. — Fra tutti i mestieri del mondo non ce n’è che uno solo, che veramente mi vada a genio.

— E questo mestiere sarebbe?

— Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi, e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.

— Per tua regola — disse il Grillo-parlante con la sua solita calma — tutti quelli che fanno codesto mestiere, finiscono sempre allo spedale o in prigione. 

Bada, Grillaccio del mal’augurio!… se mi monta la bizza, guai a te!… — Povero Pinocchio! Mi fai proprio compassione!…

— Perché ti faccio compassione?

— Perché sei un burattino e, quel che è peggio, perché hai la testa di legno. —

A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt’infuriato e preso sul banco un martello di legno, lo scagliò contro il Grillo-parlante.

Ecco, succede tante volte anche a noi. Vogliamo uccidere la voce di coscienza. Non la ascoltiamo anche se dentro di noi sappiamo ciò che è vero e giusto ma continuiamo, a ragionare con la testa di legno e facciamo decisioni col cuore di pietra! E con tutte le distrazioni e con tutti rumori non sentiamo più la voce di coscienza. La coscienza esiste ancora? Crediamo ancora? Crediamo veramente che è importante venire a messa ogni domenica? Crediamo ancora che Gesù è presente nell’eucaristia? Crediamo ancora che Gesù è il Cristo? Che Dio si è fatto uomo? Ed è venuto ad abitare in mezzo  a noi?

Intanto, mentre camminava, vide sul tronco di un albero un piccolo animaletto, che riluceva di una luce pallida e opaca, come un lumino da notte dentro una lampada di porcellana trasparente.

Chi sei?gli domandò Pinocchio.

— Sono l’ombra del Grillo-parlante, — rispose l’animaletto con una vocina fioca fioca, che pareva venisse dal mondo di là.

— Che vuoi da me?disse il burattino. — Voglio darti un consiglio. Ritorna indietro e porta i quattro zecchini, che ti sono rimasti, al tuo povero babbo, che piange e si dispera per non averti più veduto.

Domani il mio babbo sarà un gran signore, perchè questi quattro zecchini diventeranno duemila.

— Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito o sono matti o imbroglioni! Dài retta a me, ritorna indietro.

E io invece voglio andare avanti.

— L’ora è tarda!…

Voglio andare avanti.

— La nottata è scura…

Voglio andare avanti.

— La strada è pericolosa…

Voglio andare avanti.

— Ricordati che i ragazzi che vogliono fare di loro capriccio e a modo loro, prima o poi se ne pentono.

Le solite storie. Buona notte, Grillo.

— Buona notte, Pinocchio, e che il cielo ti salvi dalla guazza e dagli assassini.

Appena dette queste ultime parole, il Grillo-parlante si spense a un tratto, come si spenge un lume soffiandoci sopra, e la strada rimase più buia di prima.