Mastro Ciliegia

“C’è una stella su nel ciel…”

I domenica di Avvento: Vegliate dunque! —- “C’era una volta un legno”

dedicata in particolar modo a bambini e gli operatori sanitari.

Con la prima domenica di avvento iniziamo il nostro cammino e la nostra preparazione per la nascita del Messia.  A guidarci nella nostra riflessione abbiamo un amico ,un compagno di viaggio che ci aiuterà a capire meglio il senso del mistero dell’incarnazione. Un papà mi aveva dato un libro di Franco Nembrini, L’avventura di Pinocchio che offre una rilettura spirituale e teologica della storia di Collodi e prenderei degli spunti da questo libro e dalle letture domenicali: Così ogni domenica seguiamo questo passo e facciamo un cammino di riflessione insieme con il nostro compagno e amico, Pinocchio.

Il racconto di Collodi inizia con un episodio un po’ strano: “ C’era una volta…-Un re!- diranno subito i miei piccoli lettori. –No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze

E subito incontriamo un personaggio, un vecchio falegname, ( e come si chiama?)  Mastr’Antonio o maestro Ciliegia perché aveva un naso che era sempre lustra come una ciliegia. E lui quando aveva visto questo legno, disse subito: “Questo legno è capitato a tempo: voglio servirmene per fare una gamba di tavolino.” Secondo Nembrini, maestro Ciliegia è “la sintesi del razionalismo moderno”, per lui la realtà è capitata. “Che importanza ha l’origine, da dove viene? Che problema è? Non è un problema sapere se la realtà sia stata voluta, creata: c’è e basta. Quel che c’è è affidato al caso, è capitato!”  Qui vediamo i pensieri e i comportamenti di molti giovani e molti cristiani di oggi: che cosa m’ importa del natale, dell’avvento?  Dei sacramenti? della chiesa? E’ tutto una truffa! E’ tutto inventato, io non credo in Dio, è una favola… Sono stati battezzati, e molti hanno fatto un cammino di catechismo ma poi dopo vivono da pagani!

Per maestro Ciliegia, questo è un pezzo di legno che potrebbe servire per fare una gamba di tavolino e nient’altro!

Di fronte a questo atteggiamento razionalista moderno, appare un altro personaggio, un altro falegname: (chi è?) Geppetto. E’ come se Collodi ci avvertisse dicendo: “ Guardate che se volete seguirmi, se volete capire la vicenda di Pinocchio, c’è una condizione: dovete fare come Geppetto. (Guardare che la realtà è molto più grande!) Perché l’atteggiamento di maestro Ciliegia di fronte alla realtà è l’atteggiamento che impedisce di capire: rende impossibile capire le cose e amarle davvero…”

Ecco quando ; Geppetto entra in scena  e lui ci offre un’altra prospettiva, lui ha in mente una cosa meravigliosa: Geppetto non pensa solo a fare una gamba di tavolino.. Geppetto pensa a creare “un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali… ”

Questo è un progetto meraviglioso: in questo sogno di Geppetto, vediamo anche il sogno di Dio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». (Gen 1,26-27).

E di questo progetto ci ricorda anche il profeta Isaia nella prima lettura oggi:  Ma, Signore, tu sei nostro padre;

noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,

tutti noi siamo opera delle tue mani.“ (prima lettura Isaia 64,7)

Noi siamo argilla e il Signore e colui che ci plasma… Nella nostra vita: o vediamo solo un pezzo di legno o una argilla, o possiamo partecipare nel progetto di Dio, nel progetto di Geppetto:

condividere che la gloria di Dio è l’uomo vivente e creare un burattino meraviglioso, un compagno di viaggio:

Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino: che ve ne pare? “Amico, compagno di viaggio di Dio; e perciò destinato all’eternità.. (e quindi), non siamo capitati, siamo stati voluti, amati:


Buon giorno, mastr’Antonio, — disse Geppetto.

— Che cosa fate costì per terra?

— Insegno l’abbaco alle formicole.

— Buon pro vi faccia.

— Chi vi ha portato da me, compar Geppetto?

— Le gambe. Sappiate, mastr’Antonio, che son venuto da voi, per chiedervi un favore.

— Eccomi qui, pronto a servirvi, — replicò il falegname rizzandosi su i ginocchi.

— Stamani m’è piovuta nel cervello un’idea.

— Sentiamola.

— Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno: ma un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino: che ve ne pare?